giovedì 3 settembre 2009

Ponyo, addio!

Ponyo, pesciolina, dolce tesoro, con te la vita è stata ingiusta: la natura ha dimostrato ancora una volta di essere la componente più terribile dell'esistenza umana. Figlia mia, avrei voluto che tu leggessi una mia lettera felice, che tu sopravvivessi al tuo genitore, e invece il destino infame ha voluto il contrario. Non potrò mai abbracciarti, baciarti, accompagnarti nel percorso della vita. Questo, Ponyo mia, mi è stato negato. Era il primo settembre, dolce pesciolina, quando hai abbandonato l'esistenza e sei scomparsa nel nulla. Non ho mai sentito la tua voce, il tuo pianto, neppure il tuo tenero riso, ma solo qualche colpettino tenue nella pancia di tua madre. Però con te ho sognato un futuro bello fatto di momenti felici e di allegria, che purtroppo non arriveranno mai.
Ponyo, pesciolina, dolce tesoro, è finito tutto così in fretta, così in fretta abbiamo dovuto decidere della tua e della nostra vita. In fretta abbiamo dovuto valutare e analizzare ogni elemento a nostra disposizione, e nella fretta ci appigliavamo a qualche speranza, risultata infine una semplice chimera. Dolce pesciolina, ti abbiamo portato con noi, dappertutto. Con noi sei stata in Finlandia, con noi hai vissuto a Roma, con noi hai viaggiato nella fantasia e nelle aspettative di vita. Sei stata al mare, in montagna, hai nuotato e preso il sole. Eri sempre con noi. Sei venuta a sentire concerti, hai visto film, ci sei stata accanto persino nei momenti d'intimità. Tu eri lì, nel tuo liquido amniotico, ad ascoltare le nostre voci, i nostri sospiri, il battito dei nostri cuori.
Dolce tesoro, la natura ti ha giocato uno scherzo infame. Il tuo cuoricino malformato non aveva alcuna speranza. Ora riposerai per sempre, tesoro mio, per sempre, all'ombra d'un cipresso, nella città di Raffaello. Papà ti amerà per sempre.