domenica 13 dicembre 2009

De bello civili


"Puoi citarmi, da quando il cristianesimo si è stabilito come religione di Stato, un solo esempio di uno Stato che abbia realmente seguito una politica cristiana? Non puoi indicarmelo. In momenti di necessità - e la politica soffre cronicamente di periodi d'emergenza - i governanti sono sempre stati in grado di appellarsi a "circostanze eccezionali" che esigevano eccezionali misure di difesa. Da quando esistono nazioni e classi, esse vivono in uno stato permanente di reciproca autodifesa, che le costringe a rimandare perpetuamente a un altro momento l'applicazione di principi umanitari". Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, Milano, Mondadori, 1946, pp. 194-195.

"... solo la purità dei mezzi può giustificare il fine", id., p. 304

lunedì 2 novembre 2009



Non ti ho mai abbracciato
ma ti ho amato più della mia vita
e ho posto un fiore
sopra la terra che per sempre ricopre
le tue spoglie mortali.

giovedì 3 settembre 2009

Ponyo, addio!

Ponyo, pesciolina, dolce tesoro, con te la vita è stata ingiusta: la natura ha dimostrato ancora una volta di essere la componente più terribile dell'esistenza umana. Figlia mia, avrei voluto che tu leggessi una mia lettera felice, che tu sopravvivessi al tuo genitore, e invece il destino infame ha voluto il contrario. Non potrò mai abbracciarti, baciarti, accompagnarti nel percorso della vita. Questo, Ponyo mia, mi è stato negato. Era il primo settembre, dolce pesciolina, quando hai abbandonato l'esistenza e sei scomparsa nel nulla. Non ho mai sentito la tua voce, il tuo pianto, neppure il tuo tenero riso, ma solo qualche colpettino tenue nella pancia di tua madre. Però con te ho sognato un futuro bello fatto di momenti felici e di allegria, che purtroppo non arriveranno mai.
Ponyo, pesciolina, dolce tesoro, è finito tutto così in fretta, così in fretta abbiamo dovuto decidere della tua e della nostra vita. In fretta abbiamo dovuto valutare e analizzare ogni elemento a nostra disposizione, e nella fretta ci appigliavamo a qualche speranza, risultata infine una semplice chimera. Dolce pesciolina, ti abbiamo portato con noi, dappertutto. Con noi sei stata in Finlandia, con noi hai vissuto a Roma, con noi hai viaggiato nella fantasia e nelle aspettative di vita. Sei stata al mare, in montagna, hai nuotato e preso il sole. Eri sempre con noi. Sei venuta a sentire concerti, hai visto film, ci sei stata accanto persino nei momenti d'intimità. Tu eri lì, nel tuo liquido amniotico, ad ascoltare le nostre voci, i nostri sospiri, il battito dei nostri cuori.
Dolce tesoro, la natura ti ha giocato uno scherzo infame. Il tuo cuoricino malformato non aveva alcuna speranza. Ora riposerai per sempre, tesoro mio, per sempre, all'ombra d'un cipresso, nella città di Raffaello. Papà ti amerà per sempre.

sabato 25 aprile 2009

Giornalismo approssimativo o ignoranza collettiva

In un articolo pubblicato oggi sul Corriere si commenta un terribile fatto di cronaca, e poi si sottolinea l'origine dei criminali, gli stupratori "slavi". L'articolo si chiude con una citazione dalle parole del vicesindaco di Milano De Corato:

«STRANIERI DELL'EST» -Il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato riferisce: «Dalle prime indagini sembra che i componenti della banda fossero slavi. Fatto che non stupirebbe, perché troppo violenze con finalità predatorie o sessuali sono commesse da stranieri dell'Est. Secondo il rapporto del Viminale romeni, albanesi e marocchini sono ai primi tre posti per numero di denunciati o arrestati. Ed erano sempre albanesi, clandestini e già espulsi, i rapinatori che hanno picchiato il povero orefice a Cinisello».

Io mi chiedo come si possa essere così approssimativi, come si possano dire certe cose senza mettersi una mano sulla coscienza. Bastava dire che a compiere lo stupro fossero stati "stranieri dell'est", ma perché andarsi ad imbarcare in discorsi che non competono ad un vicesindaco? Come fa a dire che si tratti di slavi, e poi sottolineare che i rapporti del Viminale incriminino romeni, albanesi e marocchini?
Innanzitutto i marocchini non sono europei, al massimo extracomunitari dell'Africa del Nord. Romeni e albanesi non sono poi affatto popolazioni slave, parlando i primi una lingua romanza e i secondi l'albanese, lingua indoeuropea a sé stante (forse addirittura legata all'antico messapico).
Chi sono gli slavi? Slavi sono polacchi, cechi, slovacchi, bulgari - e mi pare che non possano essere clandestini, essendo comunitari (come gli stessi romeni, non slavi) e dunque liberi di muoversi per la Comunità Europea. Altri slavi sono russi, ucraini, serbi, e così via.
Il problema dell'Italia è sempre lo stesso: la politica e l'informazione. Poi quando ci si mette l'ignoranza collettiva, la situazione si fa insostenibile.

giovedì 9 aprile 2009

Il terremoto e i ricorsi storici.

"Nel 1915 un violento terremoto aveva distrutto buona parte del nostro circondario e in trenta secondi ucciso circa trentamila persone. Quel che più mi sorprese fu di osservare con quanta naturalezza i paesani accettassero la tremenda catastrofe. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni. C'era anzi da stupirsi che i terremoti non capitassero più spesso. Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Uguaglianza effimera. Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di più larghe ingiustizie.

Non è dunque da stupire se quello che avvenne dopo il terremoto, e cioè la ricostruzione edilizia per opera dello Stato, a causa del modo come fu effettuata, dei numerosi brogli frodi furti camorre truffe malversazioni d'ogni specie cui diede luogo, apparve alla povera gente una calamità assai più penosa del cataclisma naturale. A quel tempo risale l'origine della convinzione popolare che, se l'umanità una buona volta dovrà rimetterci la pelle, non sarà in un terremoto o in una guerra, ma in un dopo-terremoto o in un dopo-guerra."

"Un mio conoscente, licenziato da uno di quegli uffici statali incaricati della ricostruzione, mi rivelò un giorno un certo numero di dati precisi che costituivano altrettanti reati degli ingegneri suoi ex colleghi. Assai impressionato, mi affrettai a parlarne con alcune persone autorevoli, che conoscevo come probe e oneste, perché denunziassero i crimini, Non solo quei galantuomini da me consultati non ne contestavano l'autenticità, ma essi stessi erano in grado di confermarla; tuttavia mi sconsigliarono di "impicciarmi di quei fatti" , e aggiungevano affettuosamente: «Devi terminare gli studi, devi crearti una posizione, non devi comprometterti in affari che non ti riguardano,» «Volentieri» rispondevo. «Certo è preferibile che la denunzia non parta da un ragazzo di diciassette anni, ma da persone adulte e autorevoli.» «Noi non siamo mica pazzi» mi rispondevano indignati. «Noi intendiamo occuparci unicamente dei fatti nostri e di nient'altro.»
Ne parlai allora con alcuni reverendi sacerdoti, e anche con qualche parente più coraggioso, e tutti, rivelandomi di essere più a meno al corrente di quelle turpitudini, mi scongiuravano di non intromettermi in quel vespaio, di pensare agli studi, alla carriera, all'avvenire. «Con piacere», rispondevo «ma qualcuno di voi è disposto a denunziare i ladri?» «Non siamo matti» essi mi rispondevano scandalizzati. «Sono affari che non ci riguardano.»
Cominciai allora a riflettere seriamente sull'opportunità di promuovere, con qualche ragazzo, una nuova "rivoluzione" che si concludesse in un bell'incendio degli uffici; ma il conoscente che mi aveva fornito la documentazione sulle malefatte degli ingegneri mi dissuase dal farlo, per non distruggere la prova stessa dei reati. Egli aveva più anni e più esperienza di me; e mi suggerì di formulare la denuncia su qualche giornale. Ma quale giornale? «Ve n'è uno» il mio conoscente mi spiego «che può avere interesse a ospitare una simile denuncia, è il giornale dei socialisti.» Fu così che io scrissi tre articoli (i primi articoli della mia vita) per esporre e documentare minuziosamente i loschi affari degli ingegneri statali nella mia contrada, e li spedii all'«Avanti!». I primi due articoli furono subito stampati e suscitarono grande scalpore presso il pubblico dei lettori, ma nessuno presso le autorità. Il terzo articolo non apparve, come seppi più tardi, per l'intervento presso la redazione di un autorevole avvocato socialista. In tal guisa appresi che il sistema d'inganno e di frode che ci opprimeva era assai più vasto di quello che appariva, e aveva invisibili ramificazioni anche tra i notabili del socialismo. La parziale denuncia, avvenuta di sorpresa, conteneva però materia per vari processi, a almeno per un'inchiesta ministeriale; invece non accadde nulla. Da parte degli ingegneri, da me denunziati come ladri e accusati di fatti esplicitamente indicati, non vi fu neppure il tentativo di una rettifica o di una generica smentita. Dopo una breve attesa, ognuno tornò a pensare ai fatti propri.
Lo studente che aveva osato lanciare la sfida fu considerato, dai più benevoli, ragazzo impulsivo e strambo. Bisogna tener conto che la povertà economica delle province meridionali offriva scarse possibilità di sviluppo ai giovani che ogni anno a migliaia uscivano dalle scuole. La sola nostra grande industria era allora l'impiego di Stato. Ciò non richiedeva eccezionali qualità d'intelligenza, ma docilità di carattere e conformismo politico. I giovani meridionali, cresciuti in un ambiente come quello, se avevano un minimo di fierezza e una qualche umana sensibilità, tendevano naturalmente all'anarchia e alla rivolta. L 'accesso all'impiego di Stato comportava dunque per essi, ancora sulla soglia della gioventù, una rinunzia, una capitolazione, e la mortificazione dell'anima. Perciò si usava dire, ed era il vero fondamento della società meridionale: anarchici a vent'anni, conservatori a trenta.

Tratto da "Uscita di sicurezza" (1949) di Ignazio Silone

sabato 28 febbraio 2009

La tenebra egizia




L'intelligencija liberale, in un romanzo di Krestovskij del 1891, attorno ai problemi pedagogici afferma che basandosi solo sulla religione, non si va lontano, si rischierebbe di trasformare la scuola nell’arma dell’oscurantismo e degli scopi retrogradi, mentre la scuola deve servire come arma del progresso. Il progresso e la religione sono due concezioni all'antitesi, e ciò è dimostrato sempre e costantemente dalle azioni del nostro "Stato della Chiesa" e dei falsi liberali di destra, che hanno gettato via l'importante cultura liberale per coricarsi supini ed essere ben lavorati da qualche cardinale nostrano.
Il testamento lo faccio sul mio blog, lo rendo pubblico: "Se mi dovesse capitare di trovarmi nelle condizioni di Eluana Englaro, io voglio morire". Lasciatemi morire in pace. La morte è la normale fine della vita. La morte è nella natura dell'uomo. La morte può venire in qualsiasi momento e dunque va accettata, non combattuta. La morte è parte dell'insegnamento di Cristo.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13:
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono fuori incontro allo sposo. Or cinque di loro erano avvedute e cinque stolte. Le stolte, nel prendere le loro lampade, non presero con sé l'olio; le avvedute, invece, insieme alle lampade, presero anche l'olio nei loro vasi. Ora, siccome lo sposo tardava si assopirono tutte e si addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: "Ecco, arriva lo sposo, uscitegli incontro!" Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per spegnersi". Ma le avvedute, rispondendo. dissero: "No, perché non basterebbe né a noi né a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene". Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; le vergini che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. Piú tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, signore, aprici". Ma egli, rispondendo, disse: "in verità vi dico che non vi conosco" Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà».

domenica 8 febbraio 2009

Eluana e il Mausoleo

Ho letto un libro su un presidente di un consiglio di una strana repubblica che si è fatto costruire un mausoleo con simboli esoterici, senza alcun riferimento religioso. Alcuni dicono che questo presidente del consiglio ha un falso proposito, salvare la vita di una morta, mentre il suo vero proposito consiste nel preparare il suo lungo viaggio verso le stelle splendenti. Esoterismo senza religione. E leggi in nome di una religione senza esoterismo.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il prossimo Ministro della Famiglia del governo Berlusconi

ovvero Federica Rosatelli, una donna (?) un perché. Calcolando il suo livello culturale e la sua disponibilità, probabilmente dopo qualche incontro ad Arcore e in Sardegna Federica potrebbe essere la degna sostituta di qualche ministro di questo governo.

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Ma a Mediaset sono proprio senza vergogna?