martedì 11 dicembre 2007

Luttazzi, Grasso e gli specchi...

Ho ascoltato l'ultimo bel discorso di Aldo Grasso sul Corriere online. Da buon critico televisivo, Grasso ha sentito l'esigenza in questi giorni di evidenziare le problematiche legate alle accuse a Luttazzi (e la conseguente sospensione di Decameron), dando alle accuse stesse una base di prestigio intellettuale (?).
Il discorso comincia con un bell'encomio, sullo stile delle Vitae dei santi, in favore di Luttazzi - in particolare la carriera televisiva dei suoi primi anni, che viene contrapposta agli eccessi dell'ultimo periodo, alle volgarità che, secondo il critico, rispondono ad un bisogno spirituale - e liberatorio - del pubblico che segue gli spettacoli teatrali del comico. Insomma, secondo il critico, chi va agli spettacoli di Luttazzi lo farebbe quasi per un'esigenza di volgarità, come se già non ci fosse abbastanza volgarità in questa televisione, materia di lavoro del critico, in cui la fanno da padrone la guerra contro il terrorismo per la libertà (di chi?), la cronaca nera di Porta a Porta e consimili, la violenza della malapolitica italiana, la pornografia del pensiero televisivo di "culi, tette, soldi, successo, droga, impunità".
La parte finale del discorso recita: "Nelle reti non ci sono più le persone che amano seguire i programmi. Una volta per ogni programma c'era sempre un funzionario, dotato non solo di autorità, ma anche di molta autorevolezza, che seguiva i programmi, sapeva intervenire, sapeva correggere preventivamente... insomma, diceva: "No guarda, questo è troppo, insomma renditene conto." Faceva ragionare l'attore o chi per lui, e insomma poi alla fine si trovava la via d'uscita. Ecco, secondo me manca questo, manca... che non è controllo, è la voce della rete che interviene prima e si evita così poi quelle sgradevolezze come sono sempre le cacciate, come sono sempre le censure, come sono sempre questi episodi".
Insomma, nell'epoca della guerra preventiva, una bella censura preventiva! Il buon critico Grasso si arrampica sempre più in alto, ma lo specchio lo fa scivolare nel baratro della satira: probabilmente punta a prendere il posto di Luttazzi come conduttore di Decameron...

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