martedì 30 ottobre 2007

Accademia e conoscenza

Vorrei provare a delineare la distanza che si è creata nel corso degli anni tra accademia e conoscenza. Due mondi distinti. A cosa serve la conoscenza nell'accademia? E' più importante l'apparire, o invece ciò che si è veramente? Va avanti chi prova a cambiare la staticità delle istituzioni, o chi di quella staticità approfitta costantemente? La conoscenza è in divenire, l'accademia è in essere, e - purtroppo - non esiste un punto d'unione.

1 commento:

Sergio Mazzanti ha detto...

ne parlavo giusto ieri con un amico che si sta riscrivendo all'università a 30 anni...
L'Accademia tende di per sè a cristallizzare il sapere, a sviluppare idee precedenti. Poi arriva di solito qualcuno che sconfessa quelle idee, quasi sempre forze giovani: tipica lotta generazionale, i "vecchi" mantengono la tradizione, i "giovani" cercano di trovare nuove strade. La scienza va avanti grazie a questo "conflitto". Il problema è quando i "vecchi" sono tanto ancorati al passato e i "giovani" tanto ininfluenti che il conflitto non si crea. I "vecchi" fanno passare solo quelli che si uniformano al 100%. Risultato: la scienza si ferma, o, peggio, torna indietro: quello che un tempo era "scienza" si incancrenisce e diventa "antiscienza". Purtroppo la situazione attuale nell'università italiana (e non solo) è questa...