giovedì 15 novembre 2007

Contenuti e Contenitori

Il problema è di fondamentale importanza. Certi contenitori, attraverso determinati contenuti, svolgono un ruolo educativo, e la società, appresi questi contenuti, dopo averli ben metabolizzati, li fa propri. Anche se i contenuti non hanno ragione di essere.
In questi ultimi anni si è svolta una vera e propria campagna anti-slavo, perché - inizialmente per un problema di confini politici (slavo = europa dell'est = comunismo) - la nozione di slavo, sganciata da significati precedenti, è stata semantizzata come "abitante dell'Europa orientale". Questo provocherebbe due stravolgimenti della realtà:
1) qualsiasi abitante dell'Europa orientale sarebbe uno slavo
2) lo slavo avrebbe caratterstiche estetiche e fonetiche comuni per tutta l'Europa orientale.
Ma non è così. La cosa grave è che questo venga ritenuto tale da ogni strato della società, in particolare dai giornalisti. La banda degli slavi, l'accento slavo, il volto dello slavo. Se esiste un antisemitismo, esiste purtroppo un antislavismo.
I rumeni non sono slavi.
Gli albanesi non sono slavi.
I moldavi non sono slavi.
Ma soprattutto dire slavo nel 2007 non ha senso. E' come se gli altri popoli chiamassero romanzi (o latini) gli italiani. E i mafiosi in Germania o in America dei banditi dall'accento romanzo col volto romanzo. L'unità slava, se mai c'è stata, è un'entità che si avvicina temporalmente alla nascita di Cristo.
I russi sono slavi, ma sono soprattutto russi.
I polacchi sono slavi, ma sono soprattutto polacchi.
I loro accenti sono diversi, e - se si ha orecchio e conoscenze - si è in grado di riconoscere se chi sta parlando sia polacco o russo. Dire slavo, dal punto di vista sociale e politico, non vuol dire nulla. In particolare poi se quello che sta parlando in un italiano stentato o nella sua lingua madre è albanese, rumeno, zingaro.
Che cosa fa lo Stato Italiano per cambiare questo stato di cose? E i giornali? Perché, quando si deve trattare determinati argomenti, non ci sono dei consulenti esperti? In Italia abbiamo consulenze inutili di tutti i tipi che ci costano miliardi di euro ogni anno. E le consulenze utili invece sono lasciate fuori da contenuti e contenitori.

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